Giuliaparla

Progetti

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La Tavola Valdese ha finanziato il progetto promosso da Giuliaparla e in collaborazione con Gruppo Asperger Lazio

INDOVINA CHI VIENE A GIOCARE

Di cosa si tratta:
Il progetto si rivolge a 8 nuclei familiari di bambini in età prescolare con diagnosi di autismo o in attesa di diagnosi.
Verranno formati due gruppi di gioco di 4 bambini ciascuno guidati da un conduttore esperto in dinamiche di gioco di piccolo gruppo e supportati da due educatori specializzati in tecniche cognitivo comportamentali.

Il progetto si svolgerà a partire da Novembre 2019 fino ad Aprile 2020 secondo un calendario stabilito che prevede due incontri mensili nella giornata del sabato mattina (10,30-12,30) presso i locali di SCUP, a Roma in Via della Stazione Tuscolana 84.

Il progetto prevede un primo incontro valutativo basato sulla scala ESDM che sarà successivamente replicato a conclusione del progetto.
Il progetto si propone di implementare attività di gioco n contesto di piccolo gruppo e di fornire dei modelli di gioco e interazione ai genitori che saranno parte attiva del progetto.

Durante gli incontri programmati i genitori saranno coinvolti in un percorso guidato di parent-training e saranno direttamente coinvolti in alcune dinamiche di gioco.

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La partecipazione al progetto è completamente gratuita.

Criteri per aderire al progetto:
• età compresa tra 1 e 6 anni;
• diagnosi confermata o sospetta di disturbo dello spettro autistico;
• partecipazione al progetto dei genitori;
• disponibilità a partecipare agli incontri di sabato mattina.

È possibile:
• scegliere di partecipare a un percorso di Parent training anche qualora i bambini non fossero coinvolti
nelle sessioni di gioco;
• includere fratelli e sorelle nelle sessioni di gioco.

Le candidature dovranno pervenire all’indirizzo email allegando il modulo di adesione apposito compilato.

Per info chiamare 3458712309
Le adesioni dovranno pervenire entro il 15 Novembre 2019.

Sintesi progetto

La Storia del progetto Calcio Inclusivo:
da Autistic FC a SS Romulea

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Nel triangolare di calcio a 11, organizzato a Roma in occasione del WAAD del 2015, per celebrare la Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo, si era improvvisata con successo una squadra di giocatori nello spettro autistico, mista con familiari, amici, volontari e operatori. Sull’onda dell’entusiasmo prodotto da questa bella esperienza, si decise nell’autunno seguente di trasformare tale esperienza in un vero e proprio progetto di inclusione sportiva, con il sostegno del Gruppo Asperger Lazio onlus, della cooperativa Giuliaparla onlus e della cooperativa Garibaldi.
Da quel momento avevamo anche la nostra divisa biancoblu, il nostro logo e il nostro nome: Autistic Football Club. La squadra era composta da uomini e donne, nello spettro autistico e non, da educatori, da familiari e anche da persone che non si occupano di autismo. Nel progetto anche: calciatori e allenatori professionisti, un team di persone nello spettro autistico e non a gestione della comunicazione degli eventi, associazioni e cooperative del settore.
La nostra casa è diventata la SS Romulea, dove da allora si sono sempre svolti con costanza i nostri allenamenti settimanali. Da quel momento si sono susseguite partite amichevoli, tornei agonistici, momenti ludici e ricreativi.

Una squadra di calcio che scende in campo contro l’avversario più duro: la disabilità e l’indifferenza. Queste sono le principali motivazioni che fanno da motore all’idea, la convinzione di veicolare tramite uno sport universale come il calcio un messaggio di inclusione con la filosofia del “si può fare”.

Poi nel 2016 la nostra prima trasferta fuori Roma, a Pomezia con i nostri tifosi, abbiamo scritto il nostro inno, aperto la nostra Pagina Facebook https://www.facebook.com/Autistic-Football-CLUB-1548899815432426/, creato il nostro sito web www.autisticfootball.club e abbiamo formalizzato ulteriormente il progetto, costituendo un’associazione sportiva dilettantistica, ottenendo il riconoscimento del CONI. Quindi le riunioni dei soci e un percorso di responsabilizzazione attiva nel progetto si sono aggiunte alle finalità iniziali di contribuire allo sviluppo psicofisico attraverso il gioco del calcio, puntando sull’interazione, l’autostima, l’autoironia, l’impegno, la perseveranza e lo spirito di gruppo. Obiettivi per noi validi e condivisi, che vanno assolutamente veicolati nei contesti dove difficilmente trovano spazio.

Abbiamo concorso con il nostro cortometraggio al Terzo Tempo FilmFestival e vinto il torneo del Calcio Solidale Festival, con una presenza speciale in squadra: il campione del mondo Simone Perrotta!

Il nostro progetto è all’avanguardia internazionale, dimostrandolo all’interno del Congresso Internazionale di Autism-Europe a Edimburgo.

Nella stagione 2016-17 ci siamo affiliati all’US Acli Roma e abbiamo preso parte al campionato di seconda divisione della Federazione di Calcio a 8, di alto livello agonistico, permettendo di aumentare la visibilità del nostro progetto nel mondo sportivo. Siamo avanzati nei playoff e uno dei nostri è stato premiato giocatore rivelazione del campionato.

Nel 2017 abbiamo il nostro profilo Twitter https://twitter.com/AutisticFClub e facciamo poi conoscere il nostro progetto al mondo del Terzo Settore.

Nel 2018 ancora tantissime soddisfazioni ed esponiamo la nostra esperienza a un evento ad Avezzano.

Nella stagione 2018-19 l’Autistic Football Club asd, dopo anni di intensa amicizia e reciproca stima, entra ufficialmente a far parte della famiglia Romulea, come prima squadra di calcio inclusivo di questo glorioso club. Come a dire: adesso giochiamo a calcio, e facciamo davvero sul serio.
Abbiamo visto in questa proposta un traguardo e un’occasione da non perdere. Un riconoscimento del lavoro fin qui svolto, e noi saremo pronti a scrivere un’altra pagina della storia.
Un ulteriore tassello da aggiungere a quel processo di inclusione che da sempre muove e muoverà intenti e palloni della Romulea Autistic FC, che si concretizza anche nella forma, e non solo nei contenuti.

L’Adolescenza è un momento evolutivo importante per ogni ragazzo, è un momento di transizione verso l’età adulta in cui si concretizza un cambiamento della propria persona non solo a livello fisico, ma soprattutto a livello psicologico e affettivo. Affrontare questo passaggio comporta non poche responsabilità per un genitore che ha un figlio con disabilità e non poche frustrazioni per un fratello più o meno coetaneo.

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IL PROGETTO

Il progetto nasce dall’osservazione e dallo studio delle specifiche situazioni di necessità delle famiglie di persone con ASD in adolescenza : il bisogno di autodeterminazione dei ragazzi e quello di supporto e di informazione con strategie operative per genitori e fratelli. Il focus dell’intervento risulta pertanto incentrato sul coinvolgimento globale della famiglia con due obiettivi: da una parte aiutare la persona con ASD ad affrontare l'adolescenza, dall’altra dedicare un apposito spazio di gruppo ai genitori e ai fratelli in cui possano esplicitare richieste e condividere perplessità nella relazione e cura del figlio e del fratello. Diventa quindi necessario sviluppare una rete di supporto sociale, sia naturale (familiari, amici) che formale (professionisti dei settori educativo, sanitario, sociale, ecc.) che permetta di non sentirsi soli. Per questo motivo le attività di intervento sociale, psicologico, psicopedagogico e di sostegno servono per la costruzione e lo sviluppo delle possibili risorse che servono per affrontare e gestire il problema. Tali risorse risiedono primariamente all’interno del nucleo familiare stesso, ma successivamente possono essere cercate nel tessuto di relazioni di sostegno che la famiglia può sperimentare in gruppi di persone che condividono la stessa situazione.

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Partecipanti

Il progetto è rivolto ad adolescenti e giovani adulti con diagnosi di disturbo dello spettro autistico, con bisogno di supporto moderato o lieve, ai loro fratelli e genitori. Gruppi formati da un numero massimo di sei famiglie.

Il progetto si articolerà seguendo 3 percorsi paralleli:

  1. N2 Pranzi mensili domenicali in trattoria gestiti e organizzati da operatori e ragazzi con ASD.
  2. N2 Incontri mensili di Parent Training per i genitori;
  3. N 2 Incontri mensili di Siblings Training per i fratelli;

Professionisti coinvolti

N2 Psicologi conduttori di gruppi con esperienza nel campo dell’ autismo.

N1 Coordinatore psicologo gruppo di cucina.

N1 Cuoca

N2 Educatori con esperienza e formazione in ambito di Autismo.

Obiettivi generali

  • Riconoscere e sviluppare le abilità socio-lavorative dei ragazzi;
  • Facilitare la condivisione e l’acquisizione di informazioni sull’autismo da parte dei vari componenti della famiglia;
  • Condividere e sostenere le perplessità specifiche legate all’autismo per genitori e fratelli;
  • Favorire la comunicazione tra genitori e figli, all'interno della famiglia, per ciò che concerne il ragazzo con ASD;
  • Incoraggiare il superamento dell'isolamento sociale della famiglia;
  • Creare una rete di auto e mutuo aiuto;
  • Creare uno spazio di condivisione e socializzazione tra famiglie e tra ragazzi e famiglia;
  • Condividere e creare insieme una rete di persone e servizi che siano un punto di riferimento per i futuri adulti con ASD;

-  Sensibilizzare il quartiere promuovendo l’inclusione sociale di persone con ASD;

  • Riflettere, immaginare e pianificare un futuro personale e lavorativo per i ragazzi con ASD;

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